Pensiero Critico, perché è un vantaggio?

Aggiornato il 24 Dicembre 2020
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Il pensiero critico è una delle life skills che, più di tutti, fa la differenza. In un’epoca, come quella che stiamo vivendo, bombardati da notizie, approcciarsi in modo cauto e più neutrale possibile alle situazioni è, forse, il giusto atteggiamento da tenere.

E’ una qualità da avere, poiché, oltre a mantenere moralmente immacolata la capacità di giudizio, serve ad avere un metodo apprezzabile per prendere decisioni, eliminando tutte i preconcetti che si possono avere su un determinato argomento.

Quello da cui dovremmo partire è il fatto che, certamente, è utile per tutti avere pensiero critico, poiché denota una correttezza e una capacità di analisi il più oggettiva possibile. Qualità che, spesso, non riusciamo ad anteporre ai nostri interessi, poiché, più o meno inconsapevolmente, tendiamo a proteggere noi stessi, ciò che abbiamo o ciò in cui crediamo.

Continua nella lettura e lascia che ti spieghi cos’è il pensiero critico, perché svilupparlo e come allenarlo per applicarlo nelle varie vicende della vita: dall’esprimere un parere sui social a dare un consiglio a qualcuno, per esempio.

 

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Cos’è il pensiero critico?

Il pensiero critico si può definire come un’analisi oggettiva di informazioni, situazioni ed esperienze. E’ un modo di interpretare la realtà e ciò che ci circonda, riuscendo a separarlo dalle proprie impressioni soggettive, pregiudizi o stereotipi. Un pensiero privo di condizionamento alcuno.

Inoltre, chi possiede questa life skill ha la capacità di individuare quali siano i fattori influenzanti, propri o altrui, in grado di “contaminare” l’analisi stessa.

L’uomo senza cric e la forza del pregiudizio

C’è una storia molto interessante, circa i pregiudizi.
Voglio raccontartela.

Un uomo viaggia in auto su una strada di campagna.
E’ da solo e, anche in strada, non c’è anima viva.
Ad un certo punto, l’uomo sente un gran rumore sotto l’auto e capisce di aver forato.

Spazientito, accosta e scende dall’auto.
Osserva il danno: ruota a terra. Va cambiata.

Si accorge di non avere il cric per sollevare la macchina.
Si guarda intorno e pochi chilometri più avanti c’è una casa.

L’uomo si convince che l’unica alternativa sia chiedere aiuto lì.
Si incammina e comincia a pensare a cosa dire quando apriranno la porta.

E se non ci fosse nessuno in casa? Ma le luci sono accese.
E se non avessero il cric?
Cavolo! Oggi tutti hanno un cric, a parte me.
Ce l’avranno e me lo daranno in prestito.
E se non volessero prestarmelo?
Diamine! Chi non aiuterebbe un uomo in difficoltà, su una strada come questa.
Non posso credere che ci sia gente così meschina e scortese.

Andò avanti per alcuni minuti.
Farneticando sulla bontà della gente che abitasse la casa e sulla loro voglia di aiutarlo o meno.

Mentre era intento in questi pensieri, arriva alla porta della casa.

Bussa. Apre un signore anziano.

L’uomo senza cric non aspetta nemmeno che apra bocca e comincia ad inveirgli contro: Sa che c’è? Se lo tenga il cric. Non mi serve l’aiuto di nessuno! Vada al Diavolo!

Gira i tacchi e va via.
Fine.

Questa storiella fa capire due cose.

La prima è la forza dei pregiudizi. Alcune delle convinzioni che ognuno di noi ha e di come, a volte, non diamo la possibilità che vengano confutate dagli altri. Alcune delle convinzioni sono fondate sul nulla o su motivazioni molto fragili.

La seconda è che, molto più spesso di quanto pensi, saltiamo a conclusioni affrettate, senza avere tutte le informazioni necessarie per decidere o farci un’opinione. (Il tizio non saprà mai se l’uomo anziano aveva il cric)

Il pensiero critico serve proprio a questo. Eliminare preconcetti e stereotipi e permetterci di farci un’opinione libera da condizionamenti, di qualsiasi tipo.

E’ un approccio molto trasversale che parte dalla psicologia cognitiva ma che tocca altre discipline, come la scienza, l’ingegneria, la matematica. Diventa, infatti, una capacità intellettuale che guida un comportamento. Un vero e proprio metodo di giudicare la realtà, le situazioni e i problemi.

Come pensare o cosa pensare?

Il filosofo francese Montaigne disse “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.
Questo pone l’eterno dilemma sull’intelligenza, il sapere e tanti altri aspetti che si guardano sin da quando siamo bambini.

E’ chiaro come una testa ben piena di informazioni, ma non in grado di organizzarle e collegarle tra loro, non sia molto utile o efficiente. Al contrario, una testa ben fatta, che dispone anche di poche informazioni ma sa metterle in relazione tra loro, dispone di un maggiore potenziale. In pratica, è importante il come si pensa, non il cosa si pensa.

In quest’ottica, il pensiero critico assume maggiore importanza, soprattutto in età ed ambienti formativi, come la scuola. Quello dovrebbe essere il primo posto dove imparare come pensare, senza riempire solo di nozioni le menti dei ragazzi.

Come applicare il pensiero critico?

Ecco una serie di passi per applicare il pensiero critico in modo metodico e raggiungere una conclusione più oggettiva possibile.

  • Ascolto attivo del problema, questione o situazione e delle relative posizioni in merito. Non basta fermarsi alla prima opinione ascoltata o letta e farla propria. In alcuni casi, la maggior parte di noi è pigra. Bisogna analizzare la questione e valutare i punti di vista più disparati.
  • Sospendere il giudizio. Un po’ come si fa guardando un film o leggendo un libro di narrativa, bisogna sospendere il senso di incredulità su una data questione, almeno fino a quando non si ha accesso a tutte le informazioni e le valutazioni.
  • Individuare e soppesare le posizioni opposte. Una volta ascoltati pareri contrapposti bisogna valutare quale di essi sia frutto di un ragionamento più neutrale possibile, dandogli più importanza, rispetto a pareri poco articolati sostenute da argomentazioni deboli.
  • Eliminare preconcetti e pregiudizi. Prendere coscienza che ognuno di noi ha delle insdradicabili concezioni è il primo passo per rimuoverle. Il problema, molto filosofico, è che, pur rimuovendole, non c’è una verità assoluta ed oggettiva.
  • Arrivare alle conclusioni. Fatte le dovute valutazioni e cercato di ripulire da giudizi e preconcetti, infatti, si arriva ad una conclusione: la soluzione sarà sempre qualcosa di mai del tutto “definitivo”. Essa sarà solo una delle tante molto accurate e precise, ma non sapremo mai se è quella giusta in assoluto.

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Come sviluppare il pensiero critico?

Il pensiero critico, come la gestione delle emozioni e dello stress, va allenato in condizioni di calma e tranquillità. Ci sono dei modi in cui si può fare. Eccone uno facile che ti farà prendere pratica con un metodo da applicare, quando ci si trova di fronte ad una situazione per cui dovremmo essere lucidi e obiettivi.

Ecco cinque step per allenare il tuo pensiero critico.

  1. Scegliere una situazione o una notizia
  2. Fai domande sull’argomento a chi potrebbe saperne più di te
  3. Informati sull’argomento in modo autonomo, cerca fonti
  4. Controlla più di una volta ciò che hai raccolto
  5. Trai una conclusione e fatti una opinione sulla faccenda

Questo metodo sarebbe bene diventasse una prassi, specialmente nell’epoca delle fake news, dove sparare sentenze e opinioni sui social, senza nemmeno informarsi, è una pratica troppo diffusa. Come detto nell’articolo sul debunking, l’informazione e la verifica delle fonti è molto importante.

Pensiero critico: il metodo aristotelico

Un modello più pratico da seguire per sviluppare il pensiero critico, si basa su un confronto a due o un’intervista a se stessi. Queste domande ti servono per capire la fondatezza di un ragionamento e, al contempo, di arrivare ad una conclusione.

  • Cosa intendi per (argomento o esperienza o situazione)?
  • Come sei arrivato a questa conclusione?
  • Perché credi di essere nel giusto? Cosa te lo fa pensare?
  • Qual è la fonte di queste informazioni (domanda sull’attendibilità)?
  • Cosa succede se invece ti sbagliassi in proposito?
  • Indicami due fonti in disaccordo con la tua conclusione e spiegami i motivi del disaccordo?
  • Perché questo è così importante?
  • In che modo posso accertarmi che stai dicendo la verità?
  • Conosci una spiegazione alternativa che sia altrettanto accurata su questa vicenda/situazione?

Sono delle domande molto specifiche a cui rispondere in modo serio e preciso, utili anche per sostenere una tesi di fronte qualcun altro, rafforzando le tue credenze.

Perché sviluppare un pensiero critico?

Giunti a questo punto, avendo acquisito anche dei metodi per sviluppare ed applicare il pensiero critico, sorge una domanda.

A cosa ci serve?

La risposta è già tra le righe poco sopra. Proviamo a riepilogare, capendo il valore di questa importante skill che tutti dovremmo possedere, non solo in campo lavorativo.

Perché bisogna sviluppare un pensiero critico?

  • Per non contaminare la realtà dei fatti con le proprie interpretazioni
  • Per evitare di prendere decisioni su basi sbagliate e rovinare rapporti di varia natura
  • Per analizzare oggettivamente una situazione e valutarne pro e contro
  • Per saper riconoscere i fattori esterni che condizionano pensieri e atteggiamenti, propri ed altrui

Pensiero critico del venditore

Restando sulle tematiche relative alle tecniche di vendita, il pensiero critico ti risulterà molto utile, se avrai queste tre caratteristiche:

  • Avere una mente aperta. Significa in primis accettare l’idea di poter avere torto, o che esistano opinioni diverse dalla propria. Se un cliente ha idee diverse dalle tue puoi sempre, col dialogo, portarlo dalla tua parte, senza intimidazioni, ma usando la logica e il pensiero critico.
  • Cercare di essere ben informati. Sapere tutto sul tuo prodotto/servizio fa parte del tuo lavoro, imparare a conoscere il tuo cliente ti serve per vincere. Ricorda sempre che stai vendendo te stesso, prima di qualsiasi altra cosa, quindi il modo in cui riesci ad entrare nella testa del cliente è la chiave di tutto.

Indaga e riconosci i fattori che influenzano le sue scelte, ecco come utilizzare il pensiero critico.

  • Arrivare alle conclusioni con cautela. Questo significa che non dovrai aver fretta di vendere, finché non avrai capito chi hai di fronte. Anche se arrivi rapidamente alla fase finale di una trattativa, l’intoppo potrebbe essere dietro l’angolo. Il pensiero critico, come detto, ti evitare di prendere decisioni affrettate, come per esempio, concedere uno sconto dopo un obiezione.

Conclusioni

Abbiamo analizzato una life skill molto importante e complessa come il pensiero critico. Anche se può sembrare un argomento ostico, hai imparato come porti delle domande per rendere credibili e fondate le tue opinioni (metodo aristotelico), oltre a comprendere come avere opinioni e interpretazioni prive di fattori esterni, che possono influenzare la realtà.

Inoltre, il pensiero critico può essere un’arma vincente nelle tue vendite. Ti aiuterà a rimuovere fattori esterni che influenzano il cliente ed evitare di saltare subito alla conclusione della trattativa, senza aver capito chi hai di fronte.

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