La figura del promoter è una delle più discusse quando si parla del settore della vendita. Nonostante siano passati anni da quando queste professioni sono apparse nel mondo del lavoro, l’approccio generale è rimasto lo stesso.
Il promoter è visto come quella persona che lavora all’interno del centro commerciale piuttosto che davanti a uno stand alle fiere e che deve promuovere quello che vende l’azienda per la quale lavora.
Ma è soltanto questo?
È il promoter che va verso il cliente o è il contrario?
Per rispondere a queste domande e scoprire un approccio differente verso questa professione, seguimi. Oggi voglio approfondire questo argomento con te.
Andiamo a scoprire cosa è un promoter, cosa fa, quali competenze deve e soprattutto come il metodo AnonimaVenditori può cambiare il tuo punto di vista.
Cosa è un promoter
Il promoter si occupa di promuovere servizi, prodotti, eventi o iniziative che possono essere dei più svariati tipi. Il suo obiettivo principale è quello di vendere o pubblicizzare ciò che l’azienda per la quale lavora produce.
Questa attività fa parte delle categorie di vendita o direct marketing.
Solitamente un promoter viene chiamato a lavorare nel momento in cui l’azienda di turno lancia un nuovo prodotto o servizio. In questo caso vengono allestite inaugurazioni o nuove aperture, ma anche eventi e iniziative a fiere e concerti.
I settori che fanno affidamento a questa figura professionale sono sempre di più. Ecco una breve lista, giusto per farti un’idea:
- Sport
- Moda e bellezza
- Food & beverage
- Banking
- Telefonia
- IT ed elettronica
Cosa fa un promoter
La mansione principale richiesta a un promoter è quella di avvicinare clienti o passanti per cercare di vendere loro un prodotto o servizio. Il suo compito è quello di mostrare alle persone prodotti o illustrare il brand per convincerli all’acquisto.
Oltre a fornire informazioni dettagliate su ciò che sta cercando di vendere, si occupa anche di distribuire gadget, volantini e omaggi. Un’altra task che può essere richiesta è quella di fare in modo che i clienti firmino un form di iscrizione, oppure fissargli un appuntamento. Questa è la tecnica di raccolta dei contatti adottata da diverse aziende.
Nella stragrande maggioranza dei casi il promoter svolge la sua professione in centri commerciali, fiere o supermercati. In questi caso si tratta di in-store promotion, ovvero presso uno stand.
Se invece il tutto si svolge in luoghi come piazze, stazioni o aeroporti, si tratta di out-store promotion.
Che competenze deve avere un promoter
La capacità essenziale per un promoter è la conoscenza perfetta del prodotto o del servizio che deve vendere. Ovviamente questo non è tenuto a farlo da solo, prima dei lanci ufficiali le aziende organizzano delle giornate di formazione. Durante queste viene mostrato e descritto il prodotto e si preparano i promoter affinché siano in grado di rispondere a tutte le domande possibili.
Lavorare come promoter significa essere in contatto con le persone per tutta la giornata. È richiesta una buona capacità nel gestire le emozioni, saper superare il rifiuto del cliente, essere gentili, cortesi e pazienti. Inoltre, un altro aspetto fondamentale è il linguaggio del corpo, come porsi e utilizzare un determinato tipo di abbigliamento.
In tema di titoli di studio, viene richiesto il diploma di scuola superiore. Determinate aziende potrebbero richiedere la conoscenza di una lingua straniera.
Il promoter secondo AnonimaVenditori
Abbiamo visto insieme l’approccio maggioritario nei confronti di un promoter. Ora però ti faccio fare un salto di qualità e ti spiego come vedo io questa figura professionale e cosa potrai imparare dal corso AnonimaVenditori.
L’approccio che ti ho descritto fino a ora non ha uno schema o un modello differente. Lo svantaggio del promoter è proprio quello che stando di fianco a uno stand la maggior parte delle volte, quando cerca di avvicinare un cliente, il cliente ha già il suo schema mentale prestabilito.
Nella mente del cliente scatta la stessa frase “oddio questo mi vuole vendere qualcosa”. Secondo la maggioranza delle aziende è il promoter che si deve muovere verso il cliente.
Per me invece è il contrario. Non deve essere più lui a cercare di avvicinarsi al cliente in prima persona, ma strutturare tutto quanto, lo stand, il brand, in modo che sia il cliente ad avvicinarsi a lui. Proprio andando a colpire quelle dinamiche mentali utili per attirare la clientela.
Questo, più che un lavoro del promoter, dovrebbe essere il leader dell’azienda a farlo. Lasciare il promoter così, in piedi davanti a uno stand e aspettarsi che sia in grado di attirare una quantità enorme di clienti è utopia. Come buttare un bambino in piscina e aspettare che nuoti senza avergli insegnato come si fa.
Per me il punto cruciale è evitare che il cliente debba muoversi verso il cliente, perché è inutile. Il cliente rifiuta a prescindere, perché non vuole essere disturbato. La differenza sostanziale sta nel riuscire a far avvicinare il cliente allo stand.
Esattamente come avviene durante le fiere del cibo, quando il mangiare viene messo sopra al banchetto e la gente si avvicina. Queste sono dinamiche da utilizzare per attrarre i clienti, senza stravolgere il proprio modello di business che il metodo AnonimaVenditori spiega ampiamente.
Conclusioni
Eccoci arrivati al termine dell’articolo.
Abbiamo scoperto cosa è il promoter, cosa fa e quali sono le competenze richieste per poter svolgere questa professione. Cosa più importante, hai visto come la mia idea di promoter è totalmente differente da quella della maggioranza.
Sono sicuro che anche tu quando vai in un centro commerciale non ti fermi mai a un promoter che prova ad avvicinarsi a te. Però andresti molto volentieri verso uno che avesse qualcosa in vista in grado di attirare la tua attenzione. Ecco perché il corso AnonimaVenditori è quello di cui hai bisogno.
Non ti resta altro da fare che iscriverti e impararere come attirare la clientela.